La Gambalunga racconta: La Biblia latina cum postillis Nicolai de Lyra

Il 31 luglio del 1481 dai torchi della stamperia della società di Nicolas Jenson e di Giovanni da Colonia, ad opera di Johannes Herbort di Seligenstadt uscì una curata edizione della Biblia latina cum postillis Nicolai de Lyra. Le pagine elaganti presentano il testo distribuito su due colonne. corredato di commento, titoli correnti, iniziali mute e talvolta con letterine guida.
Com'è noto il primo libro stampato in Europa con la tecnica dei caratteri mobili fu la famosa Bibbia di Gutenberg o Bibbia a quarantadue linee nel 1450. Il procedimento meccanico, rispetto al manoscritto, offriva d’un solo colpo delle possibilità infinitamente più grandi e più economiche per la riproduzione dei testi; si stima che siano stati circa venti milioni gli esemplari di opere stampate prima del 1500 (in una Europa occidentale di meno di cento milioni di abitanti) e tra le varie opere letterarie stampate ebbe un posto di prim’ordine proprio la Bibbia.
I primi prodotti della tipografia, dalle origini al 1500 sono chiamati incunaboli, il termine deriva dal latino umanistico incunabulum, che significa "in culla". Generalmente gli incunaboli non presentano un frontespizio, ma si aprono direttamente con il testo. In altri casi il testo è preceduto da una formula che contiene il nome dell'autore dell'opera e un titolo nell'incipit o nell'explicit. Le indicazioni sullo stampatore, quando presenti, sono riportate nel colophon. Questo perché i primi libri realizzati con i caratteri mobili tendevano a imitare l'aspetto esteriore dei libri manoscritti, dove spesso, viste le loro modalità di produzione, tali indicazioni erano del tutto superflue. Gli stessi caratteri adottati imitano quelli dei manoscritti; la numerazione delle pagine è spesso assente e l'ordine delle pagine è assicurato da richiami alla fine di ogni pagina, posti a destra in basso.
Da lì in poi, fino ai giorni nostri, la Bibbia resta di fatto il libro più stampato e tradotto al mondo. Scritta originariamente in tre lingue (ebraico, greco e aramaico), la Bibbia completa (Antico e Nuovo Testamento) si può trovare tradotta in 704 lingue e dialetti, secondo gli ultimi dati del 2021, e raggiunge 6,1 miliardi di persone in tutto il mondo che parlano questi idiomi.
La nostra Biblia latina è accompagnata dal commento di Nicola di Lira, nato a Lyre nella Normandia, verso il 1270, morto a Parigi,nel 1349. Il frate francescano ci consegna un'opera di grande importanza nella storia dell'esegesi, incentrata nel ritorno al senso letterale e nell'insistere per i libri dell'Antico Testamento sul testo ebraico lingua da lui conosciuta, che ha consentito di costruire un ponte e favorire un incontro e uno scambio con l’ebraismo stesso. L'incunabolo ci racconta anche delle diatribe che gli scritti del Lirano suscitatorono nel corso del tempo. Alcune sue interpretazioni furono contestate dall'ebreo convertito Paolo vescovo di Burgos (morto nel 1435), il quale scrisse le Additiones, che a loro volta furono confutate dal francescano Mattia Döring con le Replicae. Troviamo questi due scritti nell'edizione veneziana del 1481 del Lirano, insieme con il testo sacro e le glosse ordinarie e interlineari. L’attenzione filologica al testo biblico, il grande merito di Nicola di Lira, influenzò molto Lutero almeno per quanto riguarda lo studio della Genesi, tanto che derivò e si diffuse il detto ironicamente iperbolico: Si Liranus non lirasset, Lutherus non saltasset, «Se il Lirano non avesse suonato la lira, Lutero non avrebbe ballato».
La fortuna dei suoi studi fu enorme, esistono circa 800 manoscritti del Lirano, e tra il 1471 e il 1660 si contano un centinaio di edizioni delle sue opere. Non meraviglia quindi di trovare nella biblioteca della congregazione dei Domenicani di Rimini, un'esemplare della Biblia Latina. I Domenicani si insediarono ufficialmente a Rimini nel 1254; dell'antico insediamento è andato quasi tutto perduto, nel 1567 ressero il locale Tribunale dell'Inquisizione, sostituendo I Minori Conventuali. Con l'ultima soppressione napoleonica del 1798 il ricco patrimonio della libreria venne disperso, in Gambalunga arrivarono circa un centinaio di volumi, di cui 21 incunaboli. I volumi sono contrassegnati sul dorso dalla stella ad otto punte e rilegati in pergamena; recano manoscritta l'appartenenza alla libreria della chiesa di San Cataldo, prima sede dei Domenicani a Rimini. I volumi della Bibbia sono impreziositi da diverse note manoscritte e capilettera decorati che ci raccontano degli studi e delle letture eseguite su questa Bibbia che non è stata solo un bell'oggetto ma un vero e proprio libro d'uso. Come molti libri d'uso, gli esemplari si presentavano in un precario stato conservativo, e sono stati oggetto di un intervento di restauro, approvato dalla Soprintendenza competente, eseguito dalla ditta Formula Servizi di Forlì, grazie al sostegno del Rotary Club Rimini Riviera.

Per saperne di più su questa preziosa edizione e sugli interventi di restauro della Biblia Latina gambalunghiana vi diamo appuntamento a domani, giovedì 27 ottobre alle ore 17 presso la sala della Cineteca con la rassegna Voci dai fondi. La Biblioteca raccontata 3 | 2022

Guido Bartolucci, docente di storia moderna all'Università degli studi di Bologna ci parlerà di: Un libro e i suoi lettori: l’Incunabolo della Bibbia della Gambalunga e la tradizione ebraica nell’Europa del XV secolo

Roberta Stanzani, Silvia Bondi, Alessandra Quadrelli, ci raccontereanno le fasi del loro affascinante lavoro: Restauratrici all’opera!