Biblioterapia 2014 Come curarsi (o ammalarsi) coi libri: Il corpo che noi siamo

“C’è l’occhio e c’è lo sguardo; non sono la stessa cosa. C’è l’orecchio, e c’è l’ascolto; non sono la stessa cosa. Leggere è forse soltanto una questione di occhio? […] quando leggiamo, cerchiamo la voce viva. Questo fa il lettore, attende alla parola viva. […] Insomma, in lotta con la volontà di afferrare nella parola, quand’anche per la coda, un’esperienza che è di un altro ordine, rispetto al linguaggio; un’esperienza che è vita”. (Nadia Fusini, Hanna e le altre, Einaudi, 2014)

Dal 25 ottobre al 13 dicembre torna il ciclo di conversazioni e letture ad alta voce: “Biblioterapia. Come curarsi (o ammalarsi) coi libri”, organizzato da alcuni anni dalla Biblioteca Gambalunga, con la cura di Oriana Maroni, il patrocinio dell’Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna. Tema e titolo dell’edizione 2014 è “Il corpo che noi siamo”.

Da un’idea di lettura “rischiosa” come interrogazione e ricerca di senso, necessario confronto con l’altro da sé, nasce la domanda che muove questo nuovo ciclo di incontri: «Dov’è che sei tu? nella testa o nel corpo?», che porta allo scoperto la visione occidentale, dualistica del mondo, in cui il corpo è visto come oggetto da parte di un soggetto conoscente. Tanto che il corpo e il suo “inesorabile essere lì”, con le sue passioni, l’eros e la sofferenza, le esperienze che lo lasciano allo scoperto − la sessualità, la malattia, l’invecchiamento e la fine della vita − da sempre sono un soggetto su cui l’arte, la letteratura, la filosofia e la religione si misurano e si sfidano.

Arrivando all’attuale paradosso di un corpo che, protagonista nei media, sparisce proprio nel momento della sua massima ostentazione, dato che l’esperienza di sé viene rapinata dalla pubblicità, dai sogni incarnati nelle merci.

Perciò come dar conto del corpo, oggi, con le sue passioni, le sue ombre, le sue ferite, il suo lato impresentabile, l’orrore e il piacere che lo attraversano?

Forse è necessario capovolgere il cartesiano cogito ergo sum per accogliere l’idea che «è attorno al corpo che si avvita il pensiero come un rampicante intorno all’albero che lo sostiene», come scrive il filosofo Franco Rella.

 

Viaggiando intorno al corpo che noi siamo, la Biblioterapia ne esplorerà i confini, cercando di sondarne la complessità attraverso lo scandaglio delle parole del filosofo, del teologo, del filologo, nell’incontro con Carlo SiniAntonietta Potente, Elena Pulcini, Maurizio Bettini e Umberto Galimberti. Alle parole dei maestri si aggiungeranno Le parole del corpo, in un reading a cura di Lorella Barlaam che insieme all’Associazione culturale Malatesta e a Maurizio Giuseppucci intreccerà pagine, musica e immagini; una conversazione su Corpo e dolore mentale, a cura dell'AISPED Associazione Italiana Studio e Psicoterapia Eating Disorder e la presentazione di Pitturare il volto. Il trucco, l'arte, la moda(Marsilio, 2013), l’ultimo libro di Patrizia Magli, in dialogo con Simona Segre Reinach.
Le linee guida di questo viaggio che, come ha scritto Lea Melandri, «si lascia aperte volutamente strade, sorprese, ripensamenti, sono dunque essenzialmente due: forzare i confini del corpo, varcare sempre nuove soglie per addentrarsi nel suo mistero e dare parola alle passioni che lo abitano, gioie e patimenti, e al medesimo tempo interrogarsi su come “scrivere il corpo” evitando che si riduca alle parole che ne parlano».

INCONTRI
Dal 25 ottobre al 13 dicembre

Il programma, quest’anno, si articola quasi in simmetrici “faccia a faccia” a distanza tra i relatori.

A inaugurare la rassegna, il 25 ottobre alla Sala del Giudizio (ore 17.00), sarà il filosofo Carlo Sini, con la sua riflessione su I silenzi del corpo e i luoghi della parola. Accademico dei Lincei, Carlo Sini ha introdotto in Italia il pensiero di Charles Sanders Peirce, considerato il padre della semiotica, e insegnato Filosofia teoretica all’Università di Milano. «Qual è la verità del corpo e cos’è il corpo in verità?» è il punto di partenza del filosofo. Se non c’è niente di più centrale del corpo, tuttavia esso è l’inaggirabile per eccellenza, dato che noi siamo sempre dentro al mondo e il mondo dentro di noi. È quindi solo attraverso i racconti che facciamo che possiamo vederci, porci sulla soglia fra corpo e mondo. Innalzare un terzo occhio su questo racconto è l’esercizio che fa la filosofia.
Dalla verità del corpo, al suo alter ego, il pensiero. Toccherà a una teologa fra le più fertili e creative del panorama italiano e sudamericano, Antonietta Potente, darne conto: Pensare è un gesto autobiografico, individuale e collettivo; mistico e politico il titolo della sua conversazione, il 15 novembre. Antonietta Potente, che fa parte della congregazione dell'Unione delle Suore Domenicane di San Tommaso d'Aquino, ha scritto: «Dove vanno a finire tutti i frammenti umani e non che vengono in qualche modo “non ammessi” nella realtà più evidente, quella che a nostro avviso, fa la storia? E allora, più che guardare, mi viene da fiutare o, come direbbe qualsiasi dizionario etimologico: da attirare l’aria con il naso, per sentire l’odore delle cose. Sì, l’odore delle cose perché l’invisibile non è solo spirito, anima o animus, ma anche “odore delle cose” e delle persone, aggiungo io. Allora chissà, il pensiero e la pratica dell’invisibile, divengono più concreti: l’invisibile non è il tema di un ritiro spirituale, ma quello della gestione di una quotidianità che non riusciamo ad amministrare molto bene, così da generare tanti “rifiuti” umani e non, organici e inorganici».
Il viaggio prosegue il 22 novembre, e a guidarci attraverso Il corpo vissuto sarà Elena Pulcini, docente ordinario di filosofia sociale presso l’Università di Firenze, che al centro della sua ricerca ha posto il tema delle passioni e delle patologie sociali della modernità.
Nella società del XXI secolo i corpi sono disciplinati secondo gli imperativi categorici della perfezione estetica, dell’eterna giovinezza, della bellezza come norma sociale. Ridotto ad assemblaggi, puzzle tecnologico, a cosa si riduce il corpo che privilegia la rappresentazione, negando la verità della narrazione di sé? «La valorizzazione del corpo come "cosa" – ha scritto Elena Pulcini - nasconde la paura profonda di addentrarsi nella scoperta di un proprio modo di esistere, di crescere, e, di conseguenza, d'invecchiare. Meglio diventare la propria maschera: è un meccanismo mimetico rassicurante. Il problema è che non offre via di uscita. Si può solo andare avanti».
L’indagine sul corpo ibrido della postmodernità entra in dialogo con l’idea di corpo nell’antichità, il 29 novembre, con Maurizio Bettini. Scrittore, filologo e antropologo, tra i più importanti studiosi del mondo classico, Bettini insegna Filologia Classica nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Siena. Le orecchie del cuore, ovvero anatomia della memoria è il titolo della sua conversazione, che ci avvicina ai classici cogliendo lo scarto tra noi e loro nell’affrontare temi come memoria o identità. “Io” sono la mia anima o il mio corpo? – ad esempio - è domanda che nell’antichità non avrebbe avuto senso, perché pur essendo per tanti aspetti simili ai moderni, Greci e Romani hanno pensato le cose differentemente da noi. Per gli antichi greci, infatti, non c'era un'anima dentro il corpo, mentre Plutarco ci assicura che il canale dell’udito sarebbe collegato direttamente alla psychè,all’anima, che per Omero è l'occhio che vede, l'orecchio che sente, il cuore che batte.
Il corpo in Occidente, conversazione del filosofo Umberto Galimberti, tirerà un po’ le somme del percorso, il 13 dicembre al Teatro degli Atti. Celebre filosofo, docente in vari atenei, Galimberti ha condotto studi di filosofia, antropologia culturale e psicologia; ha tradotto e curato le opere di Jaspers, di cui è stato allievo. In Occidente, secondo il pensiero dello studioso, il corpo è stato di volta in volta organismo da sanare, forza lavoro da impiegare, carne da redimere, inconscio da liberare, supporto disegni da trasmettere, password per la ricognizione della nostra identità. Una superficie di scrittura, dove le varie epoche e i vari saperi hanno impresso il loro sigillo. Mentre nella cultura occidentale – da Platone in poi – è prevalsa una concezione dualistica, che, accanto al corpo, collocava l'anima, da Sant’Agostino divenuta il luogo della verità, per arrivare alla riduzione scientifica del corpo a materia organica, che oggi ci conduce a una vita separata dal corpo che noi siamo.

VARIAZIONI SUL TEMA “MENTE E CORPO”
5 novembre
Corpo e dolore mentale
Conversazioni, letture e visioni a cura dell' AISPED Associazioni Italiana Studio e Psicoterapia Eating Disorder

Il disagio della civiltà contemporanea ha cambiato di segno rispetto quanto indagato in origine dalla psicoanalisi, e non è più connotabile come manifestazione di un conflitto, che parla nel corpo attraverso il suo valore simbolico. Nell'attualità il corpo è sentito quando è sofferente, ma ogni sintomo corre il rischio di essere ridotto ad un disturbo da eliminare senza che ci sia spazio per chiedersi che cosa il corpo comunica e cosa il corpo nasconde. Occuparsi di psicoanalisi oggi implica pertanto la responsabilità di offrire possibili letture della sofferenza psichica che le persone esprimono attraverso, a causa e nei loro corpi.
Interverranno la Presidente dell'Aisped, Dott.ssa Paola Sacchetti psicologa-psicoterapeuta, la Dott.ssa Serena Tomassoni, psicologa-psicoterapeuta Vicepresidente Aisped, e la Dott.ssa Giorgia Bondi, psicologa-psicoterapeuta, Socio Ordinario Aisped.

VOCI DEL VERBO LEGGERE

8 novembre
Patrizia Magli 
Pitturare il volto. Il trucco, l'arte, la moda (Marsilio, 2013)
Presenta Simona Segre Reinach

«Leggero e profondo, come del resto l’autrice per chi un po’ la conosce, è il libro di Patrizia Magli dedicato, solo in apparenza, alla pittura del volto. D’altro si tratta, se è vero che il volto è inevitabilmente ripreso come provvisoria piattaforma che scivola sul corpo e dal corpo rinvia, con insolenza o continuità, con affettuosa complicità o negazione e distacco, a una più complessa e rotonda rappresentazione della propria identità.
Così l’atto del maquillage, nella sua infinità di gradazioni ed effetti — dalla cancellazione alla sottolineatura alla copertura —, dalla decorazione alla maschera, restituisce un processo più o meno sapiente di riscrittura di quella prima e non controllata composizione che la vita, il tempo, le passioni, hanno saputo tracciare sulla superficie sensibile della pelle, inseguendo un’arte della rappresentazione che è al tempo stesso opera, più o meno consapevole, di simulazione».
(Giulia Ceriani, Actes Sémiotiques [En ligne]. 2013, n° 116)

6 dicembre
Reading Le parole del corpo
Testi di Lorella Barlaam. Letture e accompagnamenti musicali a cura dell'Associazione culturale Malatesta. Visual, Maurizio Giuseppucci.

«Ma il corpo, cos'è dunque il corpo?», ci chiede Antonio Tabucchi in “Le civiltà parlarono con il corpo”, componendo queste “parole” in una narrazione che dal corpo luogo della perfezione estetica degli antichi Greci arriva al corpo fatto di pezzi di ricambio nell’epoca della riproducibilità tecnica, la nostra. Corpo che irrompe sulla scena letteraria sempre come portatore di scandalo, che si mostri, esibisca, ostenti le sue parti ma «anche quando viene sottoposto a censura: «il corpo parla per “far parlare”», scrive Marco Bazzocchi. Corpo festoso, nella dismisura e nell’eversione del “corpo matto” di Gianni Celati, e corpo tragico, nel dilemma tra le esperienze «cannibali» e «le strutture rarefatte della confessione e dell'auscultazione della fisicità» come avviene in Nel condominio di carne di Valerio Magrelli.
Ma sempre corpus loquens, di cui si scrive, che scrive ed è iscritto, sulla superficie della pelle che accoglie tatuaggi e piercing per “dirsi”, e che al linguaggio dei gesti e delle posture affida le parole che non possono essere dette altrimenti.

Corso riconosciuto quale attività di formazione per insegnanti, Anno scolastico 2014/2015  

 

Calendario

25 ottobre, Museo della Città, Sala del Giudizio, ore 17
Carlo Sini I silenzi del corpo e i luoghi della parola

15 novembre, Museo della Città, Sala del Giudizio, ore 17
Antonietta Potente Pensare è un gesto autobiografico, individuale e collettivo; mistico e politico

22 novembre, Museo della Città, Sala del Giudizio, ore 17
Elena Pulcini Il corpo vissuto
È docente ordinario e insegna filosofia sociale presso il Dipartimento di filosofia dell’Università di Firenze

29 novembre, Museo della Città, Sala del Giudizio, ore 17
Maurizio Bettini Le orecchie del cuore, ovvero anatomia della memoria

13 dicembre, Teatro Novelli, ore 17
Umberto Galimberti Il corpo in Occidente

 

VARIAZIONI SUL TEMA "MENTE E CORPO"
Ingresso libero e gratuito

5 novembre, Auditorium – Istituto Lettimi, ore 17
Corpo e dolore mentale
Conversazioni letture e visioni a cura dell' AISPED Associazioni Italiana Studio e Psicoterapia Eating Disorder

VOCI DEL VERBO LEGGERE
Ingresso libero e gratuito

8 novembre, Biblioteca Gambalunga - Sale Antiche, ore 17
Patrizia Magli Pitturare il volto. Il trucco, l'arte, la moda (Marsilio, 2013)
Presenta Simona Segre Reinach

6 dicembre, Auditorium – Istituto Lettimi, ore 17
Reading Le parole del corpo
Testi di Lorella Barlaam. Letture e accompagnamenti musicali a cura dell'Associazione culturale Malatesta