La Gambalunga racconta: L’Erbario quattrocentesco

L’Erbario, scritto in gotica corsiva, presenta una legatura moderna in pergamena con lacci in pelle, è stato restaurato nel 1930 e compare per la prima volta nei registri inventariali della Gambalunga nel 1698. Contiene un ricco repertorio di piante, che annovera al suo interno 99 specie differenti. Esso è organizzato secondo uno schema che vede ad ogni pianta dedicata una carta. La miniatura dell’erba, a tutta pagina, occupa solitamente la parte superiore della carta, mentre, subito sotto, segue il testo relativo in scrittura gotica corsiva. In esso sono contenute, oltre al nome dell’erba, spesso chiamata in diversi modi, le sue virtù. Queste si concretizzano in una dettagliata spiegazione riguardo le patologie o i problemi cui l’erba può far fronte. Spesso le diverse parti della pianta sono prese in considerazione separatamente all’interno della carta: per ognuna viene indicata una virtù specifica e consigliato il modo ottimale d’utilizzo (cotta, spolverizzata, con vino, ecc…). Nel testo è inoltre presente il luogo in cui meglio si può reperire l’erba ed il tempo in cui essa può essere raccolta.

La qualità dei disegni è principalmente finalizzata agli scopi didascalici che l’Erbario si proponeva e riporta in maniera attenta i valori strettamente botanici. Sono ancora presenti nell’ Erbario esseri favolosi, allegorici e pittoreschi, ma essi sono tutti confinati alla radice, parte più nascosta e misteriosa dell’erba. Per quanto riguarda le suggestioni antropomorfe si ricordano le radici della Mandragola maschio e femmina, cui è legato l’atterrito cane, destinato a soccombere -come vuole la tradizione- al grido lacerante dell’erba estirpata. Esibisce radici antropomorfe anche la Palma Christi, con radice a forma di mano, una delle tante leggende legate a questa pianta narra di un mo-

naco che, appropriatosi di un braccio di una statua miracolosa di Gesù Bambino, lo seppellì, prima di perdersi vagando, in preda a sensi di colpa, tra le montagne, dove trovò la morte. L’anno seguente spuntò una piantina che riportava nella radice la forma della mano di un bambino. Hanno invece radici zoomorfe l’erba luccia maggiore che presenta la radice “a modo di pesce luccio”, l’erba viperina con la radice a forma di lucertola. Si riscontra inoltre la presenza di radici calligrafico- simboliche nell’erba mula campana minore (radice a forma di M onciale) e nell’erba idriam maggiore (radice a forma di nodo semplice). Il nostro Erbario si rifà a una tradizione iconografica che risale ai codici arabi del IX secolo, giunti in Italia nel XII secolo. Gli studiosi sono concordi nell’affermare che l’ Erbario sia stato realizzato in Toscana, probabilmente da un medico.

L’ Erbario della biblioteca Gambalunga di Rimini è inserito in un codice cartaceo miscellaneo datato al XV secolo, che contiene molti scritti di più mani: regole di flebotomia [cc 2 r- 5 v]; ricette di medicamenti [cc 5 v- 16 v]; un trattato di astrologia [cc 17 r- 47 v]; “secreti” medicinali, formule magiche, esorcismi [cc 48 r- 64 r e 112 r- 117 v]; un antidotario [cc 120 v- 158 v]; informazioni utili a chi si reca in pellegrinaggio a Roma [cc 159 r- 161 v]; quest’ultima sezione e parte delle ricette è scritta in spagnolo. A c. 120 verso si legge la data del 1464; a carta 1 verso si legge che “petrangelo de juliano da gavignana” sottoscrive un atto privato in cui si confessa debitore “de ducati doj” verso il medico “misser Consalvo Cavalieri” per “una cura facta” a suo figlio Menico Antonio. La nota è datata 27 gennaio 1467, si può supporre che a quella data le diversi parti che compongono oggi il codice fossero già riunite, e che, il manoscritto appartenesse appunto a Cavalieri. L’Erbario, forse ancora incompleto, è stato scritto prima del 1464.

Per approfondire ricette e piante dell’Erbario vi aspettiamo giovedì 17 novembre alle ore 17 nella sala della Cineta, Patrizia Farfaneti Ghetti nell’ultimo incontro della rassegna Voci fai fondi ci parlarà della farmacopea del nostro Erbario medievale,

 

info https://bibliotecagambalunga.it/articolo/patrizia-farfaneti-ghetti-approfondimenti-relativi-allerbario-della-biblioteca

 

Consigli di lettura:

 

I codici miniati della Gambalunghiana di Rimini a cura di Giordana Mariani Canova, Piero Meldini, Simonetta Nicolini. Rimini, Cassa di risparmio di Rimini, 1988.