Le opere di Dante nella storia della Gambalunga

Le opere di Dante nella storia della Gambalunga.

 

Rimini, Biblioteca civica Gambalunga, Sale antiche, 10 settembre – 8 gennaio 2022.

 

La Biblioteca civica Gambalunga ha celebrato il VII centenario della morte di Dante Alighieri (1321-2021) partecipando al progetto del Servizio Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna in collaborazione con la Società Dantesca Italiana che ha ideato un percorso espositivo in 14 sedi: Dante e la Divina Commedia in Emilia-Romagna. Testimonianze dantesche negli archivi e nelle biblioteche, accompagnato dalla pubblicazione di un catalogo edito da Silvana editoriale. La conferenza inaugurale ha visto la partecipazione del prof. Francesco Sberlati docente di Letteratura italiana all'Università di Bologna, dell'artista Alessandro Moreschini e Raffaele Quattrone sociologo e curatore d'arte contemporanea. Puoi guardare la conferenza sul canale YouTube della Biblioteca.

 

Nelle Sale antiche sono stati esposti preziosi manoscritti, tra cui primeggia il codice Gradenighiano, illustre testimone della diffusione e dell'amore per la Commedia tra fine Trecento e inizi Quattrocento, affiancato dalla Vita di Dante di Leonardo Bruni e da raffinati volumi di corte: i Trionfi di Francesco Petrarca, d'ambito francese, dove si cita la «coppia d'Arimino», la Regalis ystoria ed il De civitate Dei di sant'Agostino, realizzati per i Malatesta, signori di Rimini, non solo mercenari e uomini di guerra ma anche consapevoli mecenati di artisti e letterati, committenti e possessori di libri. Nei secoli successivi la conoscenza di Dante e della Commedia cresce in sordina, il Seicento lo ignora e le sue opere mancano dalla raccolta di Alessandro Gambalunga. Nel Settecento ne inizia la riscoperta che a Rimini è palesata dalle riflessioni di Iano Planco e Giuseppe Garampi, l'eruditissimo cardinale che donerà alla biblioteca cittadina il codice della Commedia e pure il manoscritto della Vita di Dante. Sarà l'Ottocento ad amplificare e diffondere il culto per il Sommo Poeta, assurto a simbolo degli ideali risorgimentali di libertà e unità nazionale. Luigi Tonini, bibliotecario gambalunghiano e insigne storico locale, studia e approfondisce l'episodio di Paolo e Francesca ambientandolo senza esitazione a Rimini nel complesso residenziale che diventerà, con il contributo di Brunelleschi, Castel Sismondo, dove vivevano ed erano conservati anche i libri dei Malatesta; proprio un libro scatenò la passione eternata nel V canto dell'Inferno. Il mito di Francesca da Rimini si esprime in una ricca produzione letteraria artistica e musicale, evidenziata sinteticamente nell'esposizione fino al Novecento; la ricerca e lo studio filologico sulla vita e la produzione letteraria del Sommo Poeta rimangono in ombra pur se attestati dagli studi del bibliotecario Aldo Francesco Massèra e dalle acquisizioni delle edizioni critiche a cura della Società Dantesca Italiana, rintracciabili nei cataloghi bibliografici che grazie al web permettono a chiunque di verificare la disponibilità documentaria molteplice e multiforme, utile ad approfondire un'indagine continua.

La Biblioteca, celebrando Dante e ricercandone le testimonianze nel suo patrimonio sedimentatosi nel tempo, intende riaffermare la propria identità di luogo che promuove il valore del sapere e della conoscenza condivisa e offerta a tutti quale segno del valore e della nobiltà dell'uomo e strumento della sua libertà, così come Dante e le sue opere ci ricordano.

Documento: 
Guida alla mostra (946.56 KB)